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S7. Arte italiana all'estero. Strategie di promozione

È opinione condivisa che l’arte italiana deve essere promossa di più. Mancano strategie coerenti e coordinate di promozione degli artisti italiani, in Italia e all’estero. Quali potrebbero essere, come strutturarle e da quali istituti dovrebbero essere promosse?

1 Lettera da indirizzare al Ministro degli Esteri e al Ministro della Cultura riguardo gli Istituti di Cultura italiano all’estero (progetto di lettera in allegato)
2 Creazione di un Instituto di pensiero (progetto in allegato) 
3 Creazione di un Italian council come comitato di esperti presso il Mae e il Mibac (Consiglio superiore dei beni culturali) allo scopo di promuovere la cultura italiana all’estero.
4 Creazione di un Sito internet ("istituzionale" e in collaborazione con il Ministero della Cultura) dove l'artista presenta un progetto per crowdfundig pubblico portato dai Iic col consenso del Mae (con lo scopo di aprire una sottoscrizione pubblica in contributo alla residenza dell'artista).
premesse
1) Ill.mo Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Paolo Gentiloni, Ill.mo Ministro per i Beni e le Attività Culturali, On. Dario Franceschini,

Il Forum dell’arte contemporane​a riunito al Centro Pecci di Prato il 25,26,27 settembre scorsi ha visto la partecipazione di più 400 relatori e oltre 1000 presenze. Nel corso di una delle 42 tavole rotonde, dedicata all’“Arte italiana all'estero. Strategia di rinforzo di visibilità” è emersa una proposta che ci onoriamo di presentarle. Tale proposta è relativa agli Istituti​ Italiani di Cultura, luoghi strategici per promuovere e diffondere all’estero la cultura italiana e dunque la creazione contemporanea. La cultura contemporanea, e in special modo l’arte, è oggi un requisito indispensabile per sostenere l’immagine dell’Italia nel mondo. Per questo, ci rivolgiamo a lei che da Ministro degli Esteri ne ha la responsabilità politica, per chiedere che i novanta Istitituti di cultura all’estero diventino, ciascuno per la sua area di competenza, una piattaforma attiva per ospitare programmi di residenza d’artista, prima ancora di essere luoghi di esposizione o di presentazione. Un modello da prendere a esempio è il programma di residenza d’artista, ‘Le Promesse dell’arte », lanciato nel 2012 a Parigi dall’Istituto italiano di cultura. Questo programma ha consentito negli ultimi tre anni di invitare a Parigi una quarantina di artisti di diverse discipline fra i quali degli esponenti delle arti visive. Ospiti per un mese dell’Istituto italiano di cultura, g​li artisti sono stati posti in condizione di produrre il progetto per il quale erano stati selezionati da un gruppo di esperti nei vari settori, contribuendo cosi alla diffusione dei linguaggi contemporanei e alla promozi​one dell’immagine dell’Italia creativa in una capitale della cultura come Parigi. La caratteristica fondamentale di tale programma sta nella scelta degli artisti che la direzione dell’Istituto delega volta per volta a esperti di chiara fama nei singoli settori (direttori di musei, curatori, direttori di teatro, coreografi, compositori, musicisti, direttori d’orchestra, editori, scrittori, registi, sceneggiatori), responsabili del progetto degli artisti e garanti della loro serietà. Evidenti i benefici di tale novità: l’impatto degli artisti coinvolti, l’attenzione crescente del mondo della cultura, ma anche dell’impresa e delle aziende leader nei loro settori di nicchia, sensibili al programma di residenze e all’attività di promozione dell’Istituto di cultura, che possono sostenere. Per tutte queste ragioni, riteniamo che il modello parigino dell’Istituto italiano di cultura possa essere esteso a tutti gli altri istituti di cultura nel mondo. Confidando nella sua attenzione a tale proposta, restiamo fin da ora a sua disposizione per realizzarla nel modo migliore, con l’augurio di incontrarla al più presto per poterne discutere in concreto.


 In attesa di un suo gentile riscontro, le porgiamo i nostri distinti saluti e auguri di buon lavoro. 


 
proposte
2) La produzione di modelli virtuali di condivisione e di aggregazione indotta dalle tecnologie della comunicazione ha concorso in forma determinante a isolare il soggetto dal compito inemendabile dell’esperienza. Ogni forma partecipativa costruita o ispirata su tali modelli non fa che incrementarne le ragioni di un suo assoggettamento, rimuovendo così un predicato centrale della nostra soggettività costretta a subire passivamente la realtà e a sopportare l’esistenza ridotta a certezza sensibile. Alla luce di tali considerazioni pensiamo che sia utile rimettere alle singole individualità l’impegno di riaffermare la centralità del senso e l’urgenza di una mediazione teorica che garantisca l’autenticità dei loro contributi e la responsabilità di trasmetterli ad altri. Proponiamo quindi la creazione di un Istituto gestito da artisti, critici, scrittori, che attraverso la semplice offerta di accedere ai contenuti, alle modalità, ai processi che attengono alle singole pratiche, ne possano ristabilire il senso e il valore. Oltre a organizzare incontri, produrre pubblicazioni in rete, l’Istituto prevede di estendere le proprie proposte a istituzioni didattiche, attività di formazione e ricerca. Non avrà una sede unica ma più siti dislocati non solo sul nostro territorio. Un’organizzazione leggera, satellitare che saprà sfruttare come momento di incontro eventi preesistenti come fiere, mostre internazionali, convegni. La dislocazione è fondamentale anche perché coinvolge gli autori fuori dal nostro paese che possono quindi agire sulle istituzioni di quel territorio.