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PP2. Gli indipendenti

Quale direzione per gli indipendenti? All’interno del panorama italiano che ruolo hanno avuto e quale ruolo dovrebbero ritagliarsi le realtà indipendenti e con che fondi dovrebbero sostenere le proprie attività?

Partendo da una riflessione sulla natura delle realtà indipendenti che nascono da iniziative private ma assolvono un ruolo pubblico, si è discusso sulle motivazioni che hanno portato alla nascita di queste realtà e sul ruolo che hanno avuto, e come queste motivazioni e questo ruolo sono cambiati negli anni. 
premesse
Questa riflessione ha portato a discutere sul senso stesso che oggi ha la parola “indipendente” facendo emergere posizioni differenti che rispecchiano le diverse tipologie di spazi esistenti. L’eterogeneità dei relatori coinvolti, diversi sia da un punto di vista professionale – artisti, curatori, storici dell’arte – sia generazionale, ha fatto emergere in modo evidente questa diversificazione, testimoniando come queste realtà pur nella loro simile natura possano scaturire da motivazioni diverse e avere talvolta ambizioni diverse. Il confronto fra esperienze attive dagli anni Ottanta ad altre che hanno invece appena iniziato ad operare, tra artisti che gestiscono queste realtà e curatori che hanno dato vita ad iniziative simili ma con approcci differenti, è stato molto proficuo e ha generato all’interno del tavolo una positiva dinamica di dialogo e scambio.
proposte
La molteplicità dei punti di vista emersi ha trovato un punto di incontro nella questione della sostenibilità, che resta uno dei problemi principali degli indipendenti. Le soluzioni a questo problema che sono state avanzate vanno in una duplice direzione: sensibilizzare sempre di più i privati, che restano una potenziale fonte di sostegno estremamente importante, e ripensare il rapporto con l’amministrazione pubblica a partire dall’attivazione di un canale di dialogo concreto che ad oggi non esiste. A tal fine, è stato proposto di fare un’operazione di monitoraggio delle realtà indipendenti attive sul territorio in modo continuativo. Tale operazione andrebbe fatta da parte dell’amministrazione pubblica e implicherebbe anche la determinazione di meccanismi di valutazione che possano permettere di identificare quelle realtà che hanno una concreta ricaduta sulla produzione culturale del Paese. Contestualmente a questa operazione di monitoraggio, è stato proposto di costituire un comitato promotore che si faccia portavoce delle esigenze di queste realtà e diventi un interlocutore attivo dell’amministrazione pubblica. Il problema della sostenibilità è strettamente correlato a un altro punto critico emerso nel corso della discussione, di natura meno pragmatica ma di pari rilevanza, ovvero l’opportunità di crescita che queste realtà dovrebbero avere. Nella convinzione che questa auspicata crescita non debba compromettere ma al contrario tutelare la natura indipendente che contraddistingue queste realtà, il primo passo da fare sarebbe quello di riconoscere e salvaguardare la diversificazione di questi spazi e poi quello di definirne un percorso di crescita, una crescita e un consolidamento che ne possa garantire l’esistenza al di là delle contingenze e delle energie personali che talvolta sono l’unica cosa che li tiene in vita.