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S6. Gli archivi come strumento di ricerca e formazione

Quello degli archivi degli artisti italiani mal gestiti e a volte usati essenzialmente come fonti di lucro per gli eredi è un tema tanto rilevante quanto sottovalutato. Gli archivi degli artisti possono non soltanto sostenere il valore del lavoro di uno specifico artista, ma divenire strumenti indispensabili per la ricerca e la formazione.

Il tavolo di lavoro, composto da un gruppo eterogeneo di relatori sia dal punto di vista generazionale che per le competenze (responsabili di istituzioni museali e di archivi d’arte contemporanea, esperti di problematiche giuridiche connesse all’arte contemporanea, docenti e ricercatori universitari), ha scelto di orientare il tema degli archivi d’artista – e, più in generale, degli archivi d’arte contemporanea – intorno a tre macrotemi: 1) formazione, educazione e ricerca universitaria; 2) nuove tecnologie; 3) progettualità condivisa.
premesse
Sono state individuate in via preliminare dai vari relatori le principali criticità, per passare poi a elaborare insieme una serie di proposte concrete. Le principali criticità emerse sono state le seguenti: 
- Esigenza di ridefinire il concetto di archivio – anche alla luce della sua nuova accezione nella cultura contemporanea come forma e pratica artistica – in cui convergano sia le istanze legate alla conservazione che quelle finalizzate alla valorizzazione; questa necessità di ridefinizione è stata accentuata negli ultimi anni dalle nuove tecnologie. 
- Carenza di una metodologia a priori in grado di far dialogare l’attività di conservazione con quella di valorizzazione/comunicazione anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie. 
- Scarso coinvolgimento di nuove figure professionali altre rispetto agli archivisti incaricati della conservazione e della gestione, in grado di rivitalizzare in termini creativi gli archivi. 
- Necessità di un adeguamento collettivo a standard che tengano conto dei cambiamenti in atto. 
- Mancanza di sistemi e discipline comuni.
proposte
Le conclusioni raggiunte sono state frutto di un intenso dibattito nato da un atteggiamento propositivo e di reciproco ascolto tra i componenti del tavolo, nonché da una partecipazione attiva da parte del pubblico in cui erano presenti anche le istituzioni (Dott.ssa Diana Toccafondi, Soprintendenza Archivistica della Toscana). Premessa l’esistenza di buoni modelli strategici di riferimento per la creazione di un sistema uniforme nella disciplina, quale la neonata AitArt 
- Associazione degli Archivi di Artista fondata su di una specifica Carta di Buone Pratiche per l'organizzazione e la gestione degli Archivi d’Artista, nonché promotrice di uno studio di sistema già avviato a livello istituzionale, il tavolo si è chiuso con le seguenti proposte: 
- Impegno a proseguire il dibattito avviato attraverso un sinergico confronto e aggiornamento tra i relatori, coinvolgendo ulteriori interlocutori interessati e pensando a un sistema di visibilità e comunicazione congiunta nonché a eventuali forme di programmazione condivisa. - Applicare le nuove tecnologie all’archivio, non limitandosi a renderne fruibile il catalogo in rete corredato da alcune riproduzioni digitalizzate, ma creando uno strumento complesso, sofisticato e interattivo, capace di suggerire nuove modalità per la sua fruizione. 
- Impegno ad avviare un lavoro di sensibilizzazione dell’artista circa la rilevanza dell’archivio come autenticatore della sua opera estraneo a interessi di mercato. 
- Riflettere su come attivare percorsi di formazione per nuove figure professionali dotate di una cultura trasversale in grado di “raccontare”, “comunicare” ed “esporre” l’archivio non solo agli addetti ai lavori, ma anche al grande pubblico. 
- Incentivare un lavoro di mappatura degli archivi d’artista presenti sul territorio nazionale. 
- Avvio di un monitoraggio costante e continuo delle migliori pratiche internazionali in ambito normativo, conservativo, gestionale e promozionale degli archivi di arte e architettura, da rendere accessibile attraverso un blog oppure un apposito sito web, per poter verificare l’evoluzione di questo tipo di attività e, in caso di necessità, valutarne la declinazione e applicabilità su vasta scala in Italia. 
- Considerare l’ipotesi di partecipazioni comuni a bandi europei.