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S4. Verso nuovi centri di produzione e sperimentazione

In Italia mancano centri per la produzione, la sperimentazione e la ricerca artistica a carattere pubblico, capaci di operare con continuità ed effettiva progettualità. Tale assenza è parzialmente sopperita di volta in volta da iniziative promosse da realtà no profit, fondazioni private, artists run spaces, e, per quanto concerne l’attività di produzione delle opere, dalle gallerie. È auspicabile l’individuazione di un modello di centro di ricerca non dissimile da quelli europei, che possa operare in sinergia con le plurali realtà del sistema italiano?


La discussione intorno al tavolo di lavoro è iniziata da una posizione condivisa da tutti i partecipanti che ha ritenuto non essere percorribile la strada dell’individuazione di un unico modello di centro di ricerca proprio per quella pluralità di contesti culturali, politici ed economici di cui il territorio italiano si compone e in cui è frammentato. Allo stesso tempo è stata riconosciuta la presenza di numerose realtà produttive (e sperimentali) presenti su tutto il territorio che operano seguendo modelli istituzionali/para-istituzionali, non-istituzionali differenti - e non codificati- (associazioni, fondazioni, musei, progetti indipendenti,…) che sono state in grado di sviluppare strategie strettamente legate alla specificità dell’ambiente in cui sono calate ed ai pubblici a cui hanno deciso di rivolgersi. Una molteplicità di iniziative di scala medio-piccola che dialoga attivamente con la produzione artistico-culturale ponendosi come tappa fondamentale nel percorso di molti artisti, curatori ed operatori culturali e offrendosi come luoghi di formazione e servizi.
premesse
A partire da questa premessa, è stata individuata una maggiore criticità nella mancanza di riconoscimento del lavoro di produzione culturale da parte della politica e la conseguente mancanza di fondi adeguati a supportare la propria ricerca con continuità ed una programmazione di medio e lungo termine. Una mancanza dovuta sicuramente anche alla difficoltà da parte della nostra categoria professionale ad accreditarci nel contesto politico-amministrativo locale e nazionale, traducendo il nostro lavoro, rendendolo leggibile e comunicandone le finalità, gli obiettivi, la capacità di porsi come strumento di interesse culturale. 
Questa irriconoscibilità è dovuta molto spesso al fatto che attività di ricerca, sperimentazione, mantenimento, formazione ed educazione non corrispondono ad una logica dell’evento a cui troppo spesso l´arte contemporanea viene associata mentre è chiaro come pratiche artistiche e curatoriali contemporanee si muovano sempre di più in una direzione processuale e formativa. In questi termini è stata riconosciuta anche un’insufficiente e generica competenza degli interlocutori politici chiamati molto spesso a valutare il nostro operato, in occasione di affidamento di incarichi pubblici. 
In parallelo è stato ammesso come esista un’inesperienza da parte degli operatori culturali (e di conseguenza dei centri che rappresentano) a riconoscersi come parte di un unico modello culturale (“paesaggio orizzontale”) che ha una funzione in quanto sistema, ma che raramente opera come tale e quasi sempre fa prevalere una logica individuale e locale. 
Di fronte a questo scenario, sono stati individuati obiettivi e formulate proposte che progressivamente, e su scala differente, potrebbero avviare un processo di riconoscimento delle rispettive specificità e formazione di un sistema ecologico dell’arte. Ovvero un sistema che favorisca una comunicazione più fluida tra interno ed esterno al mondo dell’arte, che garantisca la condivisione delle risorse, che solleciti la collaborazione istituzionale per la produzione di progetti, rafforzando il legame territoriale (mancante) tra soggetti pubblici e privati, rendendo possibili finanziamenti e collaborazioni.
proposte
OBIETTIVI 
È stato espresso l’impegno a voler aprire un tavolo di lavoro più continuativo intorno a cui informarsi reciprocamente dei rispettivi progetti, ricerche ed interessi, così da creare i presupposti per uno scambio, un’ipotesi di condivisione che potrebbe attuarsi in forme di collaborazione, co-produzione e circolazione. 
Un processo che intende agire sull’esistente, instaurando e rafforzando i legami tra i vari operatori e creando quindi un sistema organico il cui buon funzionamento è garantito dalle reciproche interdipendenze.

La carta etica 
È stata portata all´attenzione di tutti il lavoro che alcune associazioni non profit consociate nell’organismo ADA hanno fatto nel 2008. Partendo da considerazioni simili a quelle discusse al tavolo, ADA aveva formalizzato come proposta operativa e dal basso la sottoscrizione di un documento denominato Carta Etica che indicava nella condivisione e riconoscimento di buone pratiche un comune denominatore e un primo nucleo aggregativo attorno a un fare comune. La Carta è stata in seguito ridiscussa nell’ambito di Occupiamoci di Contemporaneo e altre occasioni di dibattito sui beni comuni. Si ritiene importante recuperare la carta etica chiedendo ai membri delle associazioni ancora esistenti di condividerla con il Forum, sia per recuperare e dare continuità al lavoro che molti operatori (anche coinvolti nel forum) hanno già prodotto, sia per l’importanza di aprire questa discussione a chi non vi ha partecipato in passato. La carta etica è stato un processo avviato verso il riconoscimento di quel sistema dell’arte fatto di associazioni ed operatori culturali di cui si è discusso nei giorni del forum, e per questo è centrale rimettere in circolazione questo sapere e se necessario ridiscuterne i presupposti e le finalità. 

Dialogo con la Politica 
Anche a seguito di alcuni interventi da parte del pubblico si è affrontato il tema del dialogo con le amministrazioni locali politiche. In particolare si è ribadita la necessità di trovare nuove forme di dialogo e tipologie di linguaggi adatti alla comunicazione tra sfera politica e mondo dell’arte. Partendo dal contesto locale, fino al livello statale più alto, sarebbe auspicabile una rappresentanza di questo sistema di realtà non codificate, una presenza portatrice di istanze specifiche, che partecipa alla redazione delle agende politiche, come impegno concreto sul territorio. 

PROPOSTE 

Project Bank 
Un data-base online sul quale condividere in anticipo la programmazione futura dei centri artistici per evitare sovrapposizioni e cercare eventualmente punti di contatto, nonché eventualmente condividere le risorse economiche e non. 

La Carta Etica 
Crediamo sia necessario recuperare il progetto della Carta Etica perché venga rivisto alla luce delle nuove condizioni economiche, sociali e politiche attuali, oltre che alla luce dei nuovi soggetti operanti sul territorio. Non solo perché riteniamo che la Carta possa costituire un effettivo obiettivo intorno al quale riunire più realtà in un unico soggetto; ma anche perché possa migliorare ed estendere la comunicazione all’esterno dei principi e dei valori culturali ai quali i soggetti sottoscriventi si richiamano. 

Formazione della politica (un premio per la politica) 
Il nostro tavolo di lavoro ritiene che l’ultima proposta debba passare attraverso il forum ed il suo comitato. È stata avvertita, nei giorni del forum la mancanza, di un interlocutore politico come l’ANCI (Ass. Nazionale Comuni Italiani) con cui molte realtà devono confrontarsi quotidianamente. E’ stata provocatoriamente fatta la proposta di un premio all’amministrazione più virtuosa per capacità di ascolto e volontà di dialogo ma anche per politiche di sostegno culturale. Quello che è risultata come una battuta potrebbe in effetti essere trasformato in un documento di riconoscimento da parte del mondo dell’arte alle politiche culturali lungimiranti di determinate amministrazioni locali con l’intento di favorire ulteriori spunti di dialogo. 

Restituzione 
In maniera non organica, ma tuttavia efficace, sono emersi principi e modalità di lavoro delle diverse istituzioni rappresentate al tavolo, tutte private (con una sola eccezione), ma con una vocazione pubblica. 

1. la capacità di collaborare con enti, istituzioni e soggetti operanti fuori dal mondo dell’arte che manifestano la volontà di portare l’arte fuori dal solo sistema dell’arte; 

2. la capacità di offrire servizi per gli artisti e gli operatori culturali, prendendosi cura, educando e aiutando a crescere il sistema arte nazionale; 

3. la capacità di mettere in comunicazioni gli artisti con le storie, le situazioni e le persone operanti sul territorio locale, favorendo produzioni che prendano spunto proprio da esse; 

4. la volontà espressa a più riprese di collaborare per mettere in comune saperi e risorse per fare insieme ciò che non potremmo o sapremmo (o vorremmo) fare da soli; 

5. l’impegno a favorire processi di produzione a lungo termine che non tengano minimamente conto delle tempistiche a cui si rifà il sistema internazionale dell’arte; 

6. in molti casi la commissione e la promozioni di progetti artistici che si impegnano in processi di ricerca magari invisibili, ma strutturali e necessari