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F1. Storia dell’arte nelle scuole: la grande assente

Lo scarso interesse del pubblico è uno dei fattori principali della crisi del mondo dell’arte italiano. La mancanza di storia dell’arte nelle scuole secondarie e in particolare dell’arte contemporanea, è certamente alla radice di questo disinteresse. Al contempo manca un metodo che faccia del suo studio uno strumento formativo del pensiero che colmi un ormai diffuso analfabetismo da immagine. Come sopperire a questa mancanza strutturale nel percorso formativo delle giovani generazioni?


Report del tavolo

Viviamo in un mondo in cui le persone si trovano l’una di fronte all’altra affacciate su baratri geografici, linguistici e di nazionalità. Scuole e università di tutto il mondo hanno un compito urgente e prioritario: devono sviluppare negli studenti la capacità di vedere sé stessi come membri di una nazione eterogenea e di un mondo ancora più eterogeneo. L’innovazione e la ricerca richiedono intelligenze sempre più elastiche e creative. Tuttavia premuti dalla crisi economica anche all’interno della formazione e nella costruzione dei curriculi di studi si pensa, erroneamente, a promuovere valori a breve termine legati al puro profitto che mettono in secondo piano valori immateriali primo tra i quali la capacità di pensiero critico, unica modalità per trasformare l’insegnamento in conoscenza e la conoscenza in competenza e stile di vita.  

Tutti i partecipanti propongono di allargare le implicazioni del titolo : “STORIA DELL'ARTE NELLE SCUOLE: LA GRANDE ASSENTE” facendone uno stimolo per evidenziare che la carenza di formazione artistica e conseguentemente di pubblico è data non solo dai deplorevoli tagli quantitativi delle ore di Storia dell’Arte nei curricula della Scuola Pubblica, quanto piuttosto alla mancanza di un linguaggio consapevole e di un metodo condiviso che dia continuità alla formazione, facendo dell’arte una pratica attiva una vera e propria “disciplina trasformazionale”, che contribuisca alla formazione di un cittadino consapevole, una meta-disciplina onnicomprensiva”.
premesse
-L’erronea Logica del Profitto culturale 
La formazione, l’educazione, l’arte e le categorie di pensiero in un contesto che potremmo definire di biocapitalismo finanziario. 
-Mancanza di un linguaggio condiviso 
Mentre il sonno della ragione genera mostri è giunto il momento di ragionare sui termini insegnare, creare e mostrare, o ancora se ha ancora senso mostrare contenitori da contemplare, fruiti da un pubblico formato in contenitori dove hanno solo ascoltato, per lo più, passivamente. Manca l’esercizio del “Pensiero Critico” che abbia in mente un “cittadino” da formare 
-Modalita Storicistiche dello studio della Storia dell’arte: 
Ciò che si richiede ad una scuola che voglia seguire la via della Bildung e della paideia, e non quella della doctrina, è di presentare invece l’opera d’arte non tanto come un qualcosa che, prima di noi, ha già finito di parlare. 
-Analfabetismo da immagine 
Studenti di Arte e Comunicazione non sanno leggere minimamente le immagini. 
 -La creazione del “Cognitariato” 
In Italia esistono corsi relativi all’arte beni culturali in almeno 45 facoltà universitarie sparse nel paese, ci sono 20 accademie di belle arti statali e altre 24 legalmente riconosciute, inoltre ci sono le scuole per curatori, e altri corsi professionalizzanti Questa implosione ha prodotto un forte, spesso illuso, precariato intellettuale - il cosiddetto “cognitariato” –contemporaneamente è proceduto il saccheggio della scuola pubblica, (con la conseguente progressiva svalutazione sociale della figura del docente e dell’educazione in genere) e il blocco delle assunzioni nelle istituzioni museali 
-La funzione produttiva dei Musei 
Oramai il concetto di "valorizzazione" del museo coincide come fonte di entrate finalizzate al raggiungimento di una chimerica autonomia finanziaria. Questo ha definitivamente compromesso sia la credibilità scientifica delle mostre e la loro funzione divulgativa, sia il valore pedagogico di visite e laboratori didattici, diventati una voce importantissima del business museale. 
 -La Formazione Non Convenzionale 
 Non è soltanto l’arte ad avere bisogno di educazione, ma l’educazione di arte. Il proliferare di progetti di scuole e di anti-scuole indipendenti, di progetti e di piattaforme collaborative basate sulla peer education, spesso per iniziativa di artisti, non è il mero effetto del mainstreaming. Significativamente anche in Italia il dibattito su questi temi si è articolato a livello internazionale, dal summit Non-aligned initiatives in education culture di Berlino nel 2007, o i convegni Talkin’ to me? Why art is turning to education all’ICA di Londra nel 2008 e Transpedagogy, etc, ma tutto questo non ha avuto grande eco e continuità in Italia. 
- Criticità verso le modalità dialogiche del Forum 
Viene poi messa in discussione la griglia concettuale che sottendeva al modello di lavoro comune, perché potrebbe limita lo sviluppo di un dialogo più libero e socratico, che tuttavia si può rimandare agli sviluppi futuri.
proposte
-Necessità del potenziamento del Pensiero Critico condiviso 
(Pragmadialettica, Phyilosophy for Children, etc) e del dialogo socratico, in una parola la Com-passione intesa come empatico “patire con”, implica condividere esperienze, modalità in cui l’individuo non si sente più un tassello di un sistema produttivo, ma parte integrante di una comunità. 

-Coltivare l’immaginazione, la letteratura e le arti 
I cittadini non possono relazionarsi soltanto grazie alla logica e al sapere fattuale. La terza competenza del cittadino strettamente correlata alle prime due, è ciò che chiamiamo immaginazione creativa, vale a dire la capacità di pensarsi nei panni di un'altra persona. 

- Le arti sviluppano una sensibilità simpatetica che è un nemico fondamentale dell’ottusità e necessaria per realizzare programmi di sviluppo economico che ignorano le diseguaglianze. Potremmo indicare 4 punti essenziali: 

1. capacità di ragionare su problemi critici senza delegare ad una tradizione che da troppo tempo non si inserisce in contesti internazionali soprattutto dal punto di vista metodologico e filosofico. 

2. la capacità di compiere delle scelte e non solo delle selezioni. 

3. la capacità di lavorare in modo continuativo all’interno di gruppi di ricerca sul modello dei CNR il più possibile interdisciplinari legittimati da pubblicazioni scientifiche (ISBN). 

4. la capacità di vedere la propria nazione all’interno di un sistema di ricerca in continuo confronto continuativo. Va ripensato anche il tema della storia dell'arte contemporanea nei corsi di laurea che non formano operatori dell'arte (ad es. Scienze del turismo, Sociologia, Comunicazione). In tali corsi la storia dell'arte è spesso assente. Come riconnettere i cittadini ai linguaggi dell'arte contemporanea se nemmeno i futuri operatori del turismo o della comunicazione si sono mai avvicinati ad essa?