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F6. Ripensare il senso delle residenze

Quale futuro hanno le residenze d’artista? Tanto popolari qualche anno fa, sembrano vivere un momento di “stanchezza”, di ripetitività e assenza di contenuti. Come rinnovarle? È possibile che il loro potenziale formativo venga impiegato in modo fattivo all'interno del sistema?


Report del tavolo

Il tavolo era formato da un insieme eterogeneo di relatori: da organizzatori di residenze indipendenti ad artisti promotori essi stessi di centri di residenze, da curatori e critici a operatori del settore, da artisti che operano in italia ad artisti italiani che vivono all'estero.
premesse
RESIDENZE DI PRODUZIONE E RESIDENZE DI FORMAZIONE 

Il confronto è partito dall'analisi di due tipologie di residenze, quella di formazione e quella di produzione, dando risalto agli obiettivi delle prime, vista la macroarea tematica del forum a cui apparteneva il nostro tavolo. 
Ci si è concentrati in particolar modo sui programmi di residenze di formazione/educazione, totalmente assenti in Italia, pur convenendo sull'idea che una residenza di produzione rappresenti per l'artista un momento di imprescindibile formazione e che per produzione non si intenda solo che la formalizzazione o la mostra finale di un lavoro siano gli unici obiettivi, ma piuttosto l'elaborazione di un processo (anche fallimentare) durante il quale poter coinvolgere differenti interlocutori. 
Fra gli obiettivi: 
 - Promuovere in Italia programmi di residenze che possono colmare il vuoto nella formazione e nell'educazione post-universitaria e che permettano agli artisti di concentrarsi sulla ricerca e sulla metodologia. 
- Residenze nelle Accademie. Gli artisti hanno la possibilità di lavorare seguendo le loro specifiche esigenze all'interno delle Accademie Italiane, che in questo modo, possono beneficiare anche di nuove modalità didattiche attraverso l'organizzazione di incontri, workshop e corsi per gli studenti iscritti, organizzati dagli artisti in residenza. Le residenze stesse potrebbero, inoltre, aprirsi ad artisti stranieri incentivando la condivisione e lo scambio del lavoro. 
- Residenze nelle Università: un modello già praticato in Europa che tramite un sistema di grants/ borse di studio contribuisce a sostenere l'artista nella ricerca e nello scambio fra saperi e discipline. L'artista/ricercatore restituisce il sapere acquisito durante il percorso formativo attraverso le attività organizzate in collaborazione con l' Università stessa - lecture, pubblicazioni, seminari. 
- Residenze nelle Istituzioni non solo per per artisti, ma anche che per critici, curatori e storici dell’arte. Fornire, in questo modo, uno spazio e un tempo per riflettere ed agire all'interno delle Istituzioni, per esplorare nuovi modi di concepire le stesse Istituzioni e per incentivare critica e ricerca.
proposte

Durante lo svolgimento del tavolo di lavoro si è convenuto sull'impossibilità di "regimentare" un unico programma di residenze (un programma ideale). Allo stesso modo, è emerso quanto in Italia i programmi di residenze definiscano il sistema dell'arte che le genera e quanto spesso siano il riflesso di una mentalità istituzionale che non ne sa riconoscere e promuovere il livello culturale. Si è messo in risalto per contro quanto i programmi di residenze possano essere un ottimo strumento di formazione e avvicinamento all'arte per il pubblico, un veicolo di educazione all’arte attraverso lo sviluppo di una consapevolezza e di un pensiero critico degli interlocutori tutti, e non solo per un pubblico di addetti ai lavori. In generale, quindi, tutti i programmi di residenze dovrebbero esplicitare la visione e l'identità del programma stesso e rispettare un "rapporto di reciprocità" fra la struttura promotrice e gli artisti invitati, per fa sì che vengano di conseguenza attuate le esigenze e gli obiettivi di entrambi.

Fra gli obiettivi:

- E' necessario che i programmi di residenze tengano conto delle esigenze di lavoro (spazio di lavoro, supporto per la ricerca e produzione) e delle esigenze di vita e familiari degli artisti.

- Far sì che il lavoro di un artista in residenza, attraverso il processo, l'incontro, l' esperienza, l' opera finita, ricada sul contesto operativo della residenza, intendendo per contesto la complessità dei luoghi in cui si opera.

- Individuare un tempo di svolgimento coerente sia rispetto ai progetti artistici da svolgere che alle attività del contesto in cui si opera. Sarebbe auspicabile dare all'artista la possibilità di relazionarsi al contesto di residenza in maniera più indipendente e in un periodo temporale non necessariamente continuo ma frazionato in tappe a lungo termine.

- Necessità della presenza di figure professionali specifiche nei programmi di residenza che ne rappresentino la vocazione: un art producer che possa affiancare l'artista nella ricerca e nella produzione, un mediatore culturale che possa mettere in dialogo l'artista con i luoghi e le comunità, "un custode" dell' artista che possa aiutarlo ad entrare in contatto con una determinata realtà per interpretarla.

 

FUTURO

Attraverso un dialogo dinamico che ha coinvolto non solo i relatori seduti al tavolo e che argomentava e mescolava criticità e obiettivi con fluidità, sono emerse degli ostacoli oggettivi che rendono impervio non solo lo svolgimento di programmi indipendenti ma anche le residenze portate avanti da anni da realtà istituzionali. La quasi totale assenza di sostegni economici pubblici e per l'artista e per programmi a questo scopo, ed anche la carenza legislativa o meglio la difficoltà interpretativa e attuativa del vigente apparato normativo fortemente burocratizzato. Inoltre, si è più volte sottolineato il mancato riconoscimento in Italia dell'artista sia a livello giuridico che sociale.

Fra gli obiettivi:

- Creazione di un organo che diventi un soggetto giuridico riconosciuto a livello ministeriale, prendendo ad esempio la rete regionale delle residenze teatrali e associazioni come l'ARCI. Quest'organo/osservatorio, oltre a collaborare con i network già esistenti per mappare quanto avviene e garantire le diverse esigenze, dovrebbe servire a legittimare i programmi di residenze e a gestire i rapporti giuridico-amministrativi delle residenze (che si associano a quest'organo), snellendone in primis le procedure e ponendosi come strumento di consulenza e tutela.

 

SUGGERIMENTI

Si è constatato quanto alcune tematiche fossero trasversali ad altri tavoli di lavoro e quanto sarebbe stato utile accorpare tali punti. In particolare:


Residenza come formazione

Dopo l’accademia: uno spazio da costruire – coordinatrice Alessandra Casadei-Cherimus; Percorsi e modelli formativi per gli artisti – Elvira Vannini.


Residenza come strategia di promozione all'estero e come programma di sostegno, promozione e valorizzazione degli artisti italiani 

Cervelli in fuga – coordinatrice Eleonora Farina; Grants – Sara Dolfi Agostini; Accademie straniere tra modello e integrazione – Caterina Riva; Arte Italiana all’estero. Strategie di promozione – Chiara Parisi.


Residenze in Istituzioni come possibilità altra di ricerca, sperimentazione e produzione:

Le istituzioni saranno spazi di pensiero e di discussione – coordinatore Antonio Grulli; Nuovi spazi di produzione e sperimentazione -  Emanuele Guidi.