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PP3. Per una cultura del fundraising

In Italia manca una cultura del fundraising. Raramente gli operatori italiani ricercano finanziamenti privati così come sono pochi i privati che riconoscono l’importanza di sostenere l’arte contemporanea. È possibile rafforzare le modalità di relazione tra arte e privati? E quale può essere il ruolo del crowdfunding in questa prospettiva?

Fundraising, cultura e arte contemporanea a che punto siamo? 

Spesso si parla di fundraising, tuttavia in Italia è ancora poco compreso nelle sue potenzialità e nei suoi meccanismi. Anche in cultura assistiamo al crescente interesse attorno al tema ma ancora sono poche le organizzazioni culturali che adottano una vera strategia di fundraising per la sostenibilità dei propri progetti. Sono ancora pochi i privati che riconoscono nel sostegno alla cultura e all'arte contemporanea una leva del proprio interesse. Quali sono i limiti che impediscono al settore di attivare strategie di fundraising e attrarre donatori? Quale rapporto esiste fra il dono e la cultura contemporanea in Italia? E fra quest'ultima e il fundraising? Quali prospettive di sviluppo? Su questo il tavolo ha lavorato.
premesse
- Oggi il fundraising stenta ancora a essere compreso come asset di sviluppo strategico da parte delle organizzazioni culturali, nonostante inizi a essere percepito come uno strumento indispensabile: non si può più parlare solo sponsorizzazioni o bandi pubblici ma di una vera e propria strategia di sostenibilità. · 
- La limitata conoscenza del fundraising è in parte dovuta allo scarso riconoscimento che in Italia si ha del dono: esso non ha ancora un ruolo sociale come invece possiede in altri stati nel mondo, occorre far crescere il valore civile del dono e riconoscere il fundraising come una vera e propria professione. · 
- Con la delicata congiuntura economico-sociale che interessa l’Italia assistiamo a un progressivo cambiamento di prospettive: ciò che fino a qualche anno fa aveva valore ora non esiste più. La costante diminuzione dei finanziamenti pubblici per la cultura ha reso più stringente l’esigenza di trovare nuove forme di sostegno. Questo cambiamento è inesorabile e ogni organizzazione culturale ne deve tenere conto per il proprio futuro. · 
- Gli sforzi in fatto di fiscalità nei confronti delle donazioni in ambito culturale sono ancora pochi e un po’ confusi ossia manca la volontà di diffondere una cultura della fiscalità. · 
-  In questo contesto manca una forte relazione con il donatore e con i pubblici di riferimento: troppo spesso si assiste a un divario fra la produzione artistica e la relativa fruizione spesso manca un syllabus comune a tutti per comprendere il progetto al quale spesso si è chiamati a partecipare come pubblico o come donatore.
proposte
Occorre che maturi un nuovo punto di vista rispetto al fare arte e al dare sostenibilità ai progetti culturali attraverso lo sviluppo di questi principi che mai come ora diventano fondamentali: 
- Investire in modo più efficace, costante e organico in strategie di fundraising, comunicazione, sviluppo del pubblico e cura della relazione con il donatore. 
- Il fundraising deve diventare un asset di sviluppo strategico riconosciuto dall’organizzazione culturale: tutti devono partecipare, artisti, curatori e direttori artistici compresi. Il fundraiser non può più lavorare da solo ma deve divenire un collettore di sinergie fra tutti i protagonisti del fare arte e l’intera produzione artistica deve partecipare al processo di sostenibilità dell’organizzazione. 
- Aumentare quantitativamente e qualitativamente il pubblico di riferimento: affinché esso possa partecipare concretamente al processo culturale (come fruitore e/o come donatore). Il pubblico deve poter comprendere l'arte contemporanea: vuole potervi partecipare e prendere parte alla crescita sociale dei territori per questo le organizzazioni culturali, i curatori e gli artisti devono contribuire in prima linea alla formazione di pubblici e donatori. 
- Coinvolgere le comunità di riferimento: Il fundraising è frutto di un’azione sociale e collettiva che punta a creare un beneficio per una comunità, allo stesso modo l’organizzazione culturale deve con i suoi progetti coinvolgere quella stessa comunità di riferimento. Servono dunque una maggiore e migliore accessibilità ai progetti che devono essere pensati per avere un impatto sociale sui territori misurabile ed efficace. - Coltivare la relazione con il donatore (anche se potenziale): esso non può più essere un bancomat e uno sponsor nudo e crudo, ma vuole far parte del progetto culturale. Questo deve essere compreso da chi fa arte contemporanea. 
- E’ fondamentale giungere a una progettazione di medio lungo periodo condivisa da tutta l’organizzazione e da essa con i possibili donatori
- Differenziare i mercati di riferimento e gli strumenti di raccolta fondi: ogni progetto ha il proprio mercato e i propri strumenti di divulgazione e di raccolta fondi e lavorare su questo. 
- É indispensabile lavorare sulla legislazione fiscale affinché sia veramente efficace anche per il settore. 
- Un peso maggiore nei tavoli di lavoro per tutto il settore della cultura e dell’arte contemporanea: fundraiser, dottori commercialisti, curatori, artisti progettisti devono poter collaborare di più insieme per costruire sinergie efficaci e fare massa critica.